29 Marzo 2024, venerdì
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Tasi stangata peggiore Imu: tassa più cara per 10mln contribuenti

La Tasi sarà più cara dell’Imu per 10 milioni e mezzo di contribuenti italiani. Sindaci e governo hanno siglato un accordo per l‘aumento delle aliquote tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille, oltre che aver liberato per i Comuni un tesoretto di 500 milioni di euro, già stanziato con la legge di Stabilità, soldi che erano destinati a eventuali detrazioni sulla tassa.
Il Messaggero spiega cosa cambia per i Comuni con l’arrivo della Tasi:

“Dopo questa decisione, secondo il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, molti cittadini potrebbero trovarsi nella scomoda posizione di dover pagare anche sulle prime case importi superiori a quelli versati con l’Imu. Secondo un’elaborazione prodotta dal Servizio politiche territoriali della Uil, la decisione di non utilizzare i 500 milioni di euro per le detrazioni, rischia di far passare alla cassa 2,5 milioni di contribuenti che, per il combinato disposto delle basse rendite catastali e delle detrazioni, erano invece esenti dall’Imu”.

Insomma la nuova tassa sarà una stangata peggiore dell’Imu per oltre 10 milioni di contribuenti:

“Per oltre 10 milioni di contribuenti, il 50% del totale, residenti negli oltre 5.600 Comuni che avevano l’aliquota Imu al 4 per mille, spiega lo studio della Uil, la Tasi rischia di essere più pesante della stessa Imu. Con la decisione di aggiungere un’addizionale tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille sulle aliquote massime dell’imposta, da dedicare alle detrazioni, il rischio è che i Comuni siano spinti a portare al massimo le aliquote di riferimento”.

Inoltre le addizionali comporterebbero per i Comuni un gettito aggiuntivo:

“L’utilizzo delle addizionali potrebbe portare, sempre secondo le stime della Uil, un gettito aggiuntivo nelle casse dei Comuni di 1,4 miliardi di euro, che equivalgono a 63 euro medi di detrazione (secondo altri calcoli si arriverebbe invece fino a 75 euro). «Nelle nostre simulazioni», ha commentato Loy, «per la prima casa si parte da un gettito medio, senza addizionale aggiuntiva, di 135 euro (198 euro senza detrazioni), fino a 198 euro (261 euro senza detrazioni) con l’aliquota massima al 3,3 permille». Per le seconde case, secondo la Uil, si può arrivare ad aumenti del 7,6 per cento (64 euro) nel caso si applicasse l’aliquota dell’11,4 per mille (si salirebbe da 837 a 901 euro)”.

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