A farne le spese, secondi i deputati M5S Gallo e Brescia e secondo le associazioni degli insegnanti, sarebbero gli alunni disabili
Dopo il botta e risposta sul prelievo forzoso di 150 euro ai docenti, si profila un nuovo conflitto tra il Ministero dell’Economia e quello dell’Istruzione. Stavolta a farne le spese potrebbero essere gli studenti disabili. A rischio ci sono, infatti, le procedure per l’immissione di circa 27mila docenti di sostegno prevista dal decreto-scuola.
La denuncia parte da un post su Facebook del capogruppo M5S della Commissione Cultura, Luigi Gallo: “Le assunzioni per il prossimo triennio erano di 69mila docenti (più 16mila risorse per il personale tecnico-amministrativo). Ma da un successivo atto ispettivo emerge, come accade sistematicamente, che le assunzioni reali su posti liberi a seguito di cessazioni dal servizio sono sempre inferiori alle stime”. Il deputato prosegue sottolineando come al MEF non vogliano firmare neanche la prima tranche di assunzioni di 4.447 docenti per l ’anno scolastico in corso. “Il motivo – spiega Gallo (M5S) – è che la Ragioneria di Stato e il Ministero dell’Economia disconoscono i 26.684 docenti di sostegno di nuova costituzione previsti dal decreto”.
Sulla vicenda intervengono anche la Gilda degli insegnanti, che punta l’indice “contro lo stop del Mef alla richiesta inviata da viale Trastevere, e ancora disattesa, per l’assunzione degli oltre 4.400 docenti di sostegno stabilita dalla Ministro Carrozza come anticipo per l’anno scolastico 2013/2014 del piano triennale di stabilizzazioni” ed il vicecapogruppo M5S Giuseppe Brescia educatore di professione e con un passato di assistenza agli studenti disabili nelle scuole: “La creazione di un rapporto stretto e di fiducia tra i ragazzi e gli operatori che li seguono è fondamentale – dichiara il deputato pugliese del MoVimento 5 Stelle – Perché ciò avvenga è necessario garantire stabilità e continuità mentre la mancata stabilizzazione di docenti di sostegno si traduce in un continuo cambio di punto di riferimento. Concetti che dovrebbero essere chiari al ministro dell’Istruzione. È inaccettabile che in questi giochini di potere tra ministeri a farne le spese siano sempre i soggetti più deboli”.
Ufficio Stampa
on. Giuseppe L’Abbate