Corsi di laurea «sostenibili» anche con qualche docente in meno rispetto al passato. Ma non per tutti. Perché mentre per gli atenei statali si allargano le maglie dei requisiti necessari per attivarli o mantenerli in vita, per quelli privati o per le università telematiche, invece, si restringono. Con il decreto appena firmato (dm 23 dicembre 2013 n. 1059), infatti, il ministro dell’istruzione, università e ricerca scientifica Maria Chiara Carrozza modifica i criteri di accreditamento iniziale e periodico dei corsi e delle sedi di studio rivedendo in alcuni passaggi il provvedimento precedente sempre sulla stessa materia (dm 47/2013). D’ora in poi, quindi, ci vorranno 9 docenti (prima erano 12) almeno, per una laurea triennale, 6 (erano 8) per una laurea magistrale, 15 o 18 per una laurea a ciclo unico (erano almeno 20), rispettivamente di 5 o 6 anni. La riduzione dei docenti (non quella del monte ore dei corsi che rimane invariato), come spiega il Miur in un comunicato di accompagnamento al testo, è stata resa necessaria tenendo conto delle attuali limitazioni al turnover del personale accademico, senza dimenticare ovviamente il problema dei tagli al Fondo del finanziamento ordinario che per la massima parte servono per pagare gli stipendi ai professori.