25 Aprile 2024, giovedì
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Costa Concordia, teste in lacrime: “Mentii ai passeggeri, li mandai in cabina anziché sulle scialuppe”

“Mi fu ordinato di dire ai passeggeri” che “era tutto sotto controllo”, che “c’era un black out” e che “dovevano tornare nelle cabine”, l’assistente del direttore di crociera della Costa Concordia, la peruviana Jacqueline Elisabeth Abad Quine, ricostruisce in lacrime, davanti ai giudici a Grosseto, il naufragio all’isola del Giglio: ”Il mio compito era calmare i passeggeri e di avviarli all’imbarco”, spiega la teste. “Chiamai il mio capo, il direttore di crociera Francesco Raccomandato, che mi rispose: l’equipaggio sta spaventando i passeggeri. Dì all’equipaggio che si deve tornare nelle cabine”. Poi “feci il mio primo annuncio ai passeggeri in italiano, inglese e spagnolo”.
Francesco Schettino dette il suo ”consenso” al direttore di crociera della Costa Concordia Francesco Raccomandato per dire negli annunci ai passeggeri che sulla nave c’era un blackout e che i tecnici lavoravano, quindi di stare calmi. Lo racconta al processo di Grosseto lo stesso Raccomandato, testimoniando in aula: “Potei parlare col comandante e gli dissi ‘Cosa diciamo agli ospiti?’. E lui mi rispose dandomi il consenso a dire che c’era un blackout,che stavamo lavorando e di mantenere la calma”.
L’ordine di abbandono della nave, ricorda ancora la teste, “fu dato dal comandante in seconda Bosio: abbandonare la nave e stare calmi, disse in italiano e inglese”. “I passeggeri urlavano, volevano imbarcarsi subito”. Sempre Jacqueline Abad aggiunge che “c’erano bambini abbracciati ai genitori, due bimbi si erano persi e col mio staff li cercavamo”. E mentre piange spiega: “Rivivere tutto è veramente pesante”. “Quando la mia lancia è arrivata, ho visto la nave che si ribaltava, ho avuto tanta paura, io ero salva ma pensavo a chi era a bordo”.
Poi Jacqueline ricorda di aver contribuito a formare “la catena umana”e di essere salita su una lancia “con 150 persone, tutte le lance erano strapiene”. “Quando la mia lancia è arrivata – continua Jacqueline – ho visto la nave che si ribaltava, ho avuto tanta paura, io ero salva ma pensavo a chi era a bordo. Io sono devota al Signore della Misericordia e gli ho detto: ‘Adesso vieni te. E mi dici cosa fare. Non so cosa fare, adesso vieni te e mi dici cosa fare per aiutare tutti questi passeggeri”.

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