26 Aprile 2024, venerdì
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Alfano: Fi è il partito della rabbia. Berlusconiani all’attacco

Non si sente un traditore e non crede che il già presidente del Pdl e futuro numero uno di Forza Italia, Silvio Berlusconi, lo consideri tale. Ma è certo che il leader del Nuovo centrodestra (nome ancora provvisorio in attesa che sia una convenzione nazionale, entro fine novembre, a scegliere quello definitivo), Angelino Alfano ritiene che i falchi di Forza Italia abbiano tradito lo spirito del movimento nato nel 1994. “Io traditore? Non esiste questa cosa e Berlusconi non me l’ha mai detto”, ha dichiarato il vicepremier e ministro dell’Interno a Porta a Porta. “Sono amareggiato e dispiaciuto per la separazione da Berlusconi e gliel’ho fatto presente in tutte le circostanze. Ma non mi rassegno all’idea che alcuni, accanto al presidente Berlusconi, volessero  far nascere un partito  estremista, della nostalgia, del rammarico, un partito della rabbia. Su questa deriva non mi riferisco a Berlusconi, ma a una comitiva determinate per le sue scelte”. Un  chiaro riferimento ai falchi Denis Verdini, Daniela Santanchè, Daniele Capezzone e Sandro Bondi,che pur di salvare il Cavaliere da una inevitabile decadenza da senatore arriverebbero a far cadere il governo,  ma soprattutto all’ex governatore della Puglia Raffaele Fitto, che è stato il primo a chiedere a Berlusconi di azzerare tutte le cariche nel Pdl in funziona antigovernativa nell’attesa di arrivare alla nascita di Forza Italia. Non è un caso che Alfano abbia attaccato a fondo i falchi: “La parte del Pdl che è confluita in Forza Italia si è convinta che si debba far cadere il governo nel giorno della decadenza di Berlusconi. Noi riteniamo profondamente ingiusta la decadenza ma la sanzione da operare non è far cadere il governo, sarebbe un torto all’Italia e agli italiani”, ha insistito Alfano. Subito attaccato dai fedelissimi del Cavaliere. Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla camera, ha invitato il vicepremier a “smetterla con questo suo gioco stucchevole: lui l’uomo di governo, gli altri gli estremisti. Troppo facile, banale e strumentale. Ricordi che se lui è  lì è grazie a un patto tra gli elettori e Silvio Berlusconi. Maria Stella Gelmini ha definito l’espressione “partito della rabbia” “un’offesa grave  e gratuita al presidente Berlusconi”, mentre Anna Maria Bernini ha replicato che “Ncd è il partito delle poltrone”. Toni durissimi, insomma, nell’ex partito dell’amore, mentre Alfano propone agli italiani un patto di governo per l’intero 2014 e i fedelissimo del Cav preparano, in vista del voto sulla decadenza previsto per il 27 novembre, un Vietnam parlamentare: quattro mozioni che verranno presentate in aula a palazzo Madama il 26 novembre, con altrettante richiesta di voto dell’assemblea. Già oggi Maurizio Gasparri presenterà documenti per  chiedere la verifica di  “ gravi irregolarità avvenute nella camera di consiglio della giunta delle elezioni”. Ma la guerriglia parlamentare che il Cavaliere si prepara ad affrontare prevede anche una manifestazione e soprattutto una nuova richiesta di voto segreto. L’obiettivo è quello di guadagnare tempo. In attesa delle novità giudiziarie che secondo Berlusconi potrebbero addirittura ribaltare la sentenza su caso Mediaset-Mediatrade e dimostrare l’innocenza del Cavaliere condannato per frode fiscale.

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