Scoppia la battaglia dei sanpietrini a Roma. Entro la fine del 2014 a Roma sarà pedonalizzato tutto il Tridente, entro il 2018, data fine mandato Marino, saranno interamente pedonalizzati i Fori Imperiali e realizzato il parco archeologico dell’Appia Antica.
In generale, col nuovo bilancio 2014, partirà un piano di manutenzione delle strade, per eliminare le famigerate buche da vie e marciapiedi, e nel frattempo dalle vie ad alto scorrimento della Capitale dovrebbero essere tolti i sanpietrini. E’ questa la road map tracciata dal sindaco di Roma Ignazio Marino durante un videoforum su Repubblica Tv.
Scrive Carlo Alberto Bucci
I black bloc strappano i sanpietrini dalla strada per scagliarli nelle manifestazioni a Roma. Ma quei blocchetti di pietra nera sono al centro di una battaglia che va al di là della violenza di piazza. E riguarda la permanenza stessa del selciato lavico romano lungo le strade di scorrimento della Città Eterna. Una querelle sulla quale si spaccano sinistra e destra capitolina. Al centro della tenzone, sono i sempiterni sanpietrini. I “serci” della Roma papalina e, poi, della capitale umbertina. Sulle barricate appaiono schierati i motociclisti, stanchi di farsi massaggiare-massacrare la colonna vertebrale dai sobbalzi in sella allo scooter o di volare gambe all’aria alla prima pioggia che rende il manto lavico una saponetta. Sul fronte opposto, l’architetto Paolo Portoghesi e gli altri difensori di una tradizione urbanistica che risale al programma sistino di papa Peretti e che si sostanzia della nostalgia della Roma sparita del Belli, di Pinelli e degli acquerelli di Roesler Franz.
Ora, ad affiancare i centauri, arriva da sinistra lospoils system sul sanpietrino che è ben più rigoroso di quanto fatto, ad esempio, con i manager delle partecipate dei trasporti. La pietra dello scandalo riguarda l’ottocentesca via Nazionale. E l’ha scagliata giovedì il sindaco Ignazio Marino aRepubblica tv: «I sanpietrini sono bellissimi in talune piazze come il Pantheon, ma forse in alcune strade ad alto scorrimento, come via Nazionale, è meglio sostituirli con l’asfalto». Del resto, è di quest’anno la rimozione a Milano dello scivoloso pavè di piazzale Baracca, sollevato per lasciar posto a un avveniristico asfalto rosso. E se Torino si coccola i suoi cubettini di porfido per le suole dei passanti di piazza San Carlo o di via Lagrange, le traballanti chianche di Bari Vecchia sono l’ossessione delle caviglie dei pedoni mentre a Palermo si dice: «Devi parlare solo quando si asciugano lebalate della Vucciria», ossia: mai, visto che sono sempre bagnate dai banchi del pesce.
Ma a Roma, Marino riuscirà dove Rutelli e Veltroni fallirono? «L’idea di rimuovere i sanpietrini da via Nazionale è un chiodo fisso dei “sindaci di sinistra”» s’indigna Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia che, da assessore pdl ai Lavori pubblici dell’era Alemanno, aveva mandato a monte l’opera dismantellamento iniziata dal suo predecessore, il pd Giancarlo D’Alessandro. Che, a sua volta, invece rivendica: «Al tempo di Walter (Veltroni, ndr), li abbiamo tolti da decine di strade, da via Appia a via Marmorata, e ci sono gli abitanti di via Po che ancora mi ringraziano. Ma via Nazionale me l’hanno scippata di mano». (…) Eppure il progetto della giunta Veltroni era andato molto avanti prima della restaurazione alemanniana. E prevedeva la rimozione dei caratteristici cubetti dai due sensi di marcia su cui passano qualcosa come 190 autobus l’ora.