19 Aprile 2024, venerdì
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Cresce la consulenza finanziaria. E si aprono nuove sfide

La consulenza finanziaria cresce. Soprattutto in Italia, secondo la ricerca condotta da Natixis Global Asset Management (NGAM), tanto che il 75% dei promotori del nostro Paese ha assistito a una crescita del business negli ultimi anni, contro il 60% della media internazionale.

SVILUPPO CONSIDEREVOLE PER IL 23% – E tra i promotori che hanno registrato lo stato di buona salute della consulenza finanziaria in Italia, il 23% ha dichiarato che si tratta di uno sviluppo molto considerevole, contro una media globale del 13%. «Questi dati ci confermano come il settore della consulenza finanziaria stia assumendo una sempre maggiore rilevanza nel nostro Paese – afferma Antonio Bottillo, Amministratore Delegato per l’Italia di Natixis Global Asset Management. Il ruolo del promotore finanziario e del consulente indipendente appare centrale non solo nella relazione con il cliente, ma anche per una corretta costruzione del portafoglio».

COSTRUZIONE DEL PORTAFOGLIO – Le attività dei financial advisor italiani, infatti, si sviluppano su tre ambiti core per ben il 63% degli intervistati. Il primo è la costruzione di portafogli in grado di soddisfare il profilo di rischio/rendimento del cliente: una sfida impegnativa per il 58% dei promotori, che deve affrontare e saper gestire la volatilità dei mercati supportando il cliente con una adeguata consulenza. Gli investitori italiani, infatti, sono sempre più interessati ad affrontare il tema del rischio (il 45% rispetto a una media del 35% negli altri Paesi) e il financial advisor deve riuscire a comprendere quale sia la propensione al rischio dell’investitore.

NUOVI STRUMENTI PER MITIGARE IL RISCHIO – Per far fronte a questo diverso scenario, oltre la metà dei consulenti italiani (53%) ritiene che il tradizionale approccio 60/40 tra azioni e obbligazioni non sia più il modo migliore per raggiungere gli obiettivi dell’investitore e per affrontare il rischio di portafoglio. Oltre la metà degli intervistati (65%), infatti, ritiene che sia più utile guardare a nuove metodologie e tecniche di costruzione del portafoglio, contro una media generale del 58%.

PUNTARE SULLA RELAZIONE – Per questo motivo, bisogna conoscere in modo approfondito il cliente e la relazione diventa un elemento centrale: il promotore italiano dedica ai clienti una media di 52 ore al mese, suddivise tra appuntamenti e ricerca di nuovi clienti, contro una media globale di 49 ore.

MEDIA E SOCIAL PER MONITORARE IL MERCATO – Naturalmente, non manca l’approfondimento e il monitoraggio della situazione macro economica e di mercato, a cui il financial advisor dedica all’incirca 15 ore al mese (rispetto a una media globale di 11 ore), utilizzando i media e i social network.

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