Fine dei tatticismi e delle esplorazioni: da mercoledì non si sonda più ma si negozia sul serio per un Governo di larghe intese in Germania. L’ultimo ostacolo è stato rimosso oggi dal congresso ristretto della Spd a Berlino, che ha votato a grandissima maggioranza per l’avvio di trattative con i cristiano-democratici della cancelliera Angela Merkel. A Natale, forse, il nuovo Governo.
Non saranno comunque trattative facili: i socialdemocratici hanno stilato una lista di dieci punti irrinunciabili. Fra le condizioni della Spd, un salario minimo fissato per legge di 8,5 euro l’ora. Viceversa, la Cdu-Csu la spunta sul dogma del ‘no tasse’ ripetuto fino alla noia in campagna elettorale.
Al congresso ristretto di oggi solo 31 delegati – su 229 – hanno votato contro trattative di governo. Due si sono astenuti: l’86% in favore. Un successo politico per il leader Sigmar Gabriel. La direzione Cdu aveva già votato venerdì per l’avvio di trattative. Il segretario generale Herman Groehe si è detto soddisfatto: «La Spd ha ribadito i suoi interessi centrali ma d’altra parte il nostro successo elettorale ci conferisce il mandato per attuare i contenuti decisivi del nostro programma», ha messo in chiaro. «Sono sicuro che troveremo dei compromessi».