25 Aprile 2024, giovedì
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Polverini e Mussolini pronte a mollare Alfano

Raffaele Fitto ha lanciato la sua sfida adAngelino Alfano: la resa dei conti tra le due anime del Pdl nell’arena di un congresso. L’ex ministro ed ex governatore della Puglia chiedendo l”‘azzeramento di tutti gli incarichi di partito” e un’assemblea “straordinaria”, dove far prevalere una linea “non subalterna alla sinistra”, si candida così alla guida dei “lealisti” raccogliendo plausi e sostegno da molti delusi da Alfano e forzisti convinti. Tra questi due pasionarie come Alessandra Mussolini e Renata Polverini.

Verso la scissione – Più espicita la Polverini. “Non voglio morire democristiana, ma soprattutto non voglio continuare a sostenere un governo che è partito come un governo di larghe intese ed è diventato, sfruttando i voti di Berlusconi un governo di centrosinistra”, tuona l’ex governatore del Lazio dalle colonne del Messaggero da dove lancia un monito: “Se prevale la linea di Alfano, siamo pronti ad andarcene”. E spiega: “Non saremmo disponibili a restare in un partito che non riparta dal basso e dal merito e che non individui la nuova classe dirigente attraverso il consenso sui territori”. In pratica la “scissione” che alcuni temono dagli alfaniani potrebbe avvenire per mano dei lealisti. “Siamo tutti convinti che ci sarà l’impegno di Berlusconi per tenerci uniti. Ma le condizioni che ha posto Quagliariello sono per noi inaccettabili. Lui vuole un partito fatto dagli alfaniani e che lasci fuori tutti gli altri. Se così sarà, ne trarremo le conseguenze”.

Sassolini nelle scarpe – Polverini nell’intervista rilasciata a Mario Ajello si toglie poi qualche sassolino dalla scarpa. Il pensiero rivà indietro nel tempo quando si dimise da Presidente della Regione Lazio a seguito dello scandalo Belsito sui rimborsi d’oro. “Mi sono dimessa a causa di quella vicenda che non toccava né me, né la mia Giunta, ma solo un esponente del Pdl. Nessuno mi ha detto grazie per le mie dimissioni. Né il vertice del partito è intervenuto per difendere noi e circoscrivere la responsabilità a colui che era il reale colpevole del caso”.

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