Ha scelto di asserragliarsi nel bunker con i suoi fedelissimi, i falchi Denis Verdini, Daniela Santanchè e Daniele Capezzone. E adesso, dopo lo strappo di sabato, cioè dopo la decisione di imporre ai ministri in quota Pdl di dimettersi dal governo guidato da Enrico Letta, il presidente del Pdl (ormai Forza Italia) Silvio Berlusconi ha scelto la strada senza ritorno delle elezioni anticipate. Anzi, visto che nel partito si moltiplicano le voci di dissenso nei confronti della scelta di staccare la spina all’esecutivo e le probabili defezioni sono in aumento, il pugno duro del Cavaliere è diventato di acciaio. Certo, Berlusconi ha promesso che se il governo impedirà l’aumento dell’Iva senza rincarare altre imposte, allora il Pdl lo sosterrà su queste misure. “Se il governo proporrà una legge di stabilità realmente utile all’Italia, noi la voteremo”, ha detto Berlusconi. “ Se bloccheranno l’aumento dell’Iva senza aumentare altre tasse noi lo voteremo. Se, come si sono impegnati a fare, taglieranno anche la seconda rata Imu, noi voteremo favorevolmente. “Ci saremo su tutte le altre misure utili come il rifinanziamento della cassa integrazione, delle missioni internazionali, il taglio del cuneo fiscale”. Una precisazione resa necessaria dallo sconcerto causato nel Pdl dalla virata del cavaliere verso lo scontro frontale. “So bene che chiedere le dimissioni dei ministri è una scelta dura e impopolare e ho previsto tutte le accuse che mi stanno rovesciando addosso in queste ore e anche lo sconcerto di parte del nostro elettorato, preoccupato giustamente della situazione economica e sociale”, ha scritto Berlusconi su facebook. “Ogni contributo al dibattito è utile. Ma nulla e nessuno ci dividerà. Domani (oggi alle 17, ndr) riuniremo i gruppi parlamentari e decideremo il nostro futuro. E nella pattuglia dei ministri del Pdl, Nunzia De Girolamo, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello hanno attaccato la scelta di radicalizzare lo scontro, perché, hanno detto, “Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Si può lavorare per il bene del paese essendo alternativi alla sinistra e rifiutando gli estremisti”. Un appello raccolto dal vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano:”Nella nuova Forza Italia non possono prevalere posizioni estremistiche”, ha detto e “se sono questi i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano”. Anche uno dei forzisti della prima ora, il più volte ministro Franco Frattini, ha attaccato i falchi: “Una pulsione estremista sta allontanando il Pdl dallo spirito della Forza Italia del ’94. Quella che si sta aprendo è una crisi al buio”, ha detto in un’intervista al Mattino. “Ho apprezzato gli sforzi di Alfano, Lupi e Quagliariello che hanno incoraggiato Berlusconi a dar vita all’esecutivo Letta, ma ad un certo punto ho sentito dichiarazioni che incitavano a sfasciare tutto e da qui derivarne conclusioni assunte, tra l’altro, senza un dibattito trasparente. Una cosa è scegliere chi può far parte della compagine di governo ed è un diritto che riconosco al capo di un partito. Altra cosa è quel che è successo ad Arcore, quando si è deciso di voltare le spalle al Paese”. Tutta la squadra di governo del Pdl, che ha confermato le irrevocabili dimissioni dall’esecutivo, è stata ricevuta a palazzo Grazioli per un pranzo di lavoro. Alfano, Quagliariello, Lupi. Sulla decisione di nuscire dal governo Quagliariello ha detto che “prima di sganciare l’atomica era necessario fare una serie di passi, a un fallo non si risponde con una testata”. Il ministro ha confermato che resterà nel Pdl e che non aderirà a a Forza Italia “se sarà quella immaginata nell’ultima settimana”