Preoccupazione per la vendita di Alitalia ad Air France a e di Telecom alla spagnola telefonica. E richiesta al governo di chiarire i contorni delle due operazioni, oltre che di illustrare nuove e più convincenti linee di politica industriale per impedire che altri pezzi pregiati dell’Italia prendano il volo. Pd e Pdl esprimono preoccupazione per le sorti delle imprese strategiche italiane. ll capogruppo al senato dei Democratici, Luigi Zanda, ha sottolineato che “le vicende contestuali di Alitalia e Telecom rappresentano in modo impietoso l’esito di una lunga catena di errori in gran parte dovuti all’assenza ventennale di una politica industriale e, conseguentemente, alla prevalenza degli interessi privati sugli interessi pubblici. E’ necessario che il governo venga al più presto in Senato a riferire sul grave declino del sistema industriale italiano che coinvolge due imprese strategiche per i nostri servizi pubblici”. Per Alitalia Zanda ha attaccato la “sciagurata disinvoltura con cui nel 2008 sono stati buttati al vento cinque miliardi di euro dal governo Berlusconi”.Quanto a Telecom, il presidente dei senatori del Pd ha osservato: “Il caso Telecom è sotto il profilo dell’interesse nazionale, ancora più serio. L’Italia sta perdendo il controllo di una grande società che, prima di essere privatizzata (nel 1997) era all’avanguardia tecnologica, non aveva debiti ed era in grado di crescere in Italia e nel mondo. Oggi Telefonica ne sta assumendo il controllo con poche centinai di milioni”. “Su Telecom si sono esercitati in molti, compresi alcuni imprenditori ‘coraggiosi’ vicini alla sinistra. L’esito complessivo è una catastrofe che pagheremo caro per quello che riguarda la qualità del sistema industriale italiano”. Cicchitto, a propoisito della cordata di imprenditori patrioti che Berlusconi mise insieme nel 2008 per rilevare Alitalia e vincere quindi le elezioni è stato evasivo: “Sono passati cinque anni da allora, Berlusconi non ha potuto in alcun modo influire sulle vicende più recenti”.