1 Dicembre 2025, lunedì
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Tennis: Addio a Nicola Pietrangeli, una leggenda che ha fatto la storia

Il campione che ha segnato un’epoca: due trionfi al Roland Garros, capitano della storica Coppa Davis del 1976, e il primo italiano nella Hall of Fame

Nicola Pietrangeli, una delle figure più iconiche della storia del tennis italiano e mondiale, ci ha lasciato oggi all’età di 92 anni. La sua morte segna la fine di un’era e lascia un vuoto difficile da colmare. Il campione che ha scritto pagine indelebili nel libro del tennis non era solo un atleta straordinario, ma anche un uomo che con la sua eleganza e il suo spirito ha reso grande lo sport in Italia, facendo innamorare intere generazioni.

Pietrangeli è entrato nella Hall of Fame del tennis mondiale, diventando il primo italiano ad essere inserito in un elenco di leggende. Un traguardo che corona una carriera straordinaria, costellata di successi a livello internazionale. Il suo nome è indissolubilmente legato al Roland Garros, dove trionfò due volte, nel 1959 e nel 1960, conquistando il titolo in un’epoca in cui il tennis italiano non era ancora al centro dell’attenzione internazionale. In quegli anni, Pietrangeli fu uno dei tennisti più forti al mondo, arrivando a occupare la terza posizione nel ranking mondiale, un’impresa che ancora oggi pochi italiani hanno raggiunto.

I suoi trionfi al Roland Garros segnarono l’inizio di una carriera che avrebbe regalato al tennis mondiale e italiano una serie impressionante di vittorie. Ma il palmarès di Pietrangeli è molto più ampio. Ha vinto due volte gli Internazionali d’Italia, è stato medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo di Napoli nel 1963 (superando in finale lo spagnolo Manuel Santana) e ha ottenuto anche una medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968, un riconoscimento che segna la sua grande versatilità e capacità di competere ai massimi livelli anche nelle competizioni internazionali più prestigiose.

Oltre ai successi individuali, la sua carriera è stata definita anche dal suo straordinario impegno con la nazionale italiana. Pietrangeli ha lasciato un segno indelebile nella storia della Coppa Davis, stabilendo record che sono ancora oggi imbattuti. Con 164 partite giocate, 78 vittorie in singolare e 42 in doppio, il suo nome rimane il più presente nella competizione a livello mondiale. La sua storica collaborazione con Orlando Sirola, con cui formò la coppia più vincente della Coppa Davis, è un’altra pagina da incorniciare, con 34 successi in 42 incontri disputati. Sebbene non riuscì a vincere la Coppa da giocatore, fu lui a condurre l’Italia alla vittoria nel 1976, come capitano della squadra, un trionfo che è rimasto nella memoria di tutti gli appassionati.

Il suo approccio al tennis, sempre legato al piacere del gioco piuttosto che alla frenesia della vittoria, era ben sintetizzato da una sua frase: “Se mi fossi allenato di più avrei vinto di più, ma mi sarei divertito di meno.” Una dichiarazione che, in tutta la sua apparente leggerezza, racchiudeva la filosofia di Pietrangeli: un tennista che, pur puntando alla perfezione, ha sempre voluto mantenere il lato umano e la gioia di giocare al centro della sua carriera.

Nel luglio scorso, Pietrangeli ha dovuto affrontare una delle prove più dolorose della sua vita: la morte del figlio più giovane, Giorgio, un lutto che lo ha segnato profondamente. In un’intervista al Corriere della Sera, Pietrangeli aveva parlato di quel dolore, esprimendo con sincerità il suo pensiero: “Sarebbe stato giusto che venissi via io, non il contrario”. Una riflessione che mostra un lato di lui più umano e vulnerabile, che ha sempre cercato di tenere lontano dal pubblico. In quella stessa intervista, scherzò anche sulla possibilità di assistere al proprio funerale, immaginando che si sarebbe svolto allo stadio Pietrangeli del Foro Italico, il luogo che porta il suo nome e che è sempre stato un simbolo del suo legame profondo con il tennis italiano.

La scomparsa di Pietrangeli ha suscitato un’ondata di commozione nel mondo del tennis. La vice presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Chiara Appendino, ha voluto esprimere il suo cordoglio con un messaggio carico di affetto e rispetto: “Pietrangeli ha portato in alto nel mondo il tennis italiano con un’eleganza e un estro unici. Per lui, ancora più dei tantissimi trofei, parlano i riconoscimenti che non sono mai mancati da tutto il circuito. Un campione senza pari, che ha fatto la storia. Addio, Nicola, ci mancherai. Un abbraccio alla sua famiglia”. Le parole di Chiara Appendino non solo celebrano l’atleta, ma anche l’uomo che ha saputo ispirare con la sua classe e il suo talento, facendo del tennis un’arte che andava oltre la semplice competizione.

Pietrangeli, pur non facendo parte della nuova generazione di tennisti italiani, ha lasciato un segno indelebile in un’epoca che ha visto il nostro paese emergere nel panorama internazionale del tennis. Oggi, mentre talenti come Jannik Sinner e Lorenzo Musetti continuano a far brillare il tennis italiano, la figura di Pietrangeli rimarrà un faro, un punto di riferimento per chiunque voglia seguire le sue orme. Il suo stile di gioco, la sua umanità e il suo spirito competitivo sono le qualità che continueranno a essere ammirate e celebrate per anni.

Nicola Pietrangeli non c’è più, ma la sua leggenda rimarrà viva per sempre nei ricordi degli appassionati di tennis, nelle sue vittorie e nel suo esempio di sportività. Un’icona, non solo dello sport italiano, ma del tennis mondiale. La sua storia continuerà a ispirare le future generazioni di tennisti, che vedranno in lui non solo un campione, ma un simbolo di ciò che significa dedicarsi anima e corpo a una passione.

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