14 Novembre 2025, venerdì
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Elkann scuote la Ferrari: “I piloti pensino a guidare e parlino meno”

Dopo il disastroso Gran Premio del Brasile, il presidente di Stellantis e del Cavallino lancia una stoccata a Leclerc e Hamilton: “Meccanici e ingegneri hanno fatto il loro dovere, ma il resto non è stato all’altezza. Ora serve concentrazione e silenzio”.

Il Gran Premio del Brasile, per la Ferrari, si è chiuso nel peggiore dei modi: un fine settimana da dimenticare, segnato da errori, frustrazione e prestazioni al di sotto delle aspettative. E a Maranello, il giorno dopo, è arrivata la voce più autorevole del Cavallino a richiamare tutti all’ordine.

John Elkann, presidente di Stellantis e della Ferrari, non ha usato mezzi termini nel suo bilancio del post gara. “In Formula 1 da una parte abbiamo i meccanici, che hanno fatto il loro lavoro tra pole position e pit stop impeccabili; dall’altra gli ingegneri, che hanno messo a disposizione una monoposto evidentemente migliorata. Il resto, però, non è stato all’altezza”, ha dichiarato con tono fermo.

Un messaggio che non lascia spazio a interpretazioni, e che sembra indirizzato direttamente ai due piloti, Charles Leclerc e Lewis Hamilton. L’uno, travolto dalla sfortuna e da un’auto fuori controllo ancor prima del via; l’altro, sempre più insofferente e deluso, al punto da definire il weekend “un incubo”.

Elkann ha invitato entrambi alla concretezza: “Si concentrino a guidare e a parlare meno. Ci sono ancora alcune gare da disputare e il secondo posto nel Mondiale non è un obiettivo impossibile”. Una frase che suona come un ultimatum e, al tempo stesso, come un’esortazione a ritrovare la freddezza e la disciplina che da sempre fanno parte del DNA Ferrari.

Le parole del presidente arrivano in un momento delicato per la scuderia, divisa tra i progressi tecnici della SF-24 e le difficoltà di squadra nel tradurre le potenzialità in risultati costanti. A San Paolo la Ferrari ha mostrato lampi di competitività — con una pole convincente — ma la gara è stata compromessa da episodi che hanno fatto riemergere i limiti gestionali e di concentrazione già emersi in stagione.

Elkann, da sempre attento osservatore e uomo di equilibrio, ha scelto di intervenire pubblicamente, segnando una linea chiara: l’era delle giustificazioni è finita. Il Cavallino deve correre, non lamentarsi. E i piloti, simboli e ambasciatori del marchio, devono incarnare la determinazione che il presidente chiede.

Con poche gare rimaste alla fine della stagione, l’obiettivo minimo è difendere il secondo posto nel Mondiale costruttori. Ma, più ancora dei punti, in casa Ferrari serve recuperare lo spirito di squadra, la concentrazione e la credibilità che negli ultimi tempi hanno vacillato.

Il messaggio di Elkann, per quanto severo, è anche un segnale di fiducia: la macchina c’è, il talento pure. Ora serve che ognuno torni a fare il proprio mestiere, in silenzio e con la fame di chi vuole riportare il Cavallino dove merita — davanti a tutti.

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