Lo shutdown che sta paralizzando il governo federale americano minaccia ora uno dei programmi sociali più vitali degli Stati Uniti: il Supplemental Nutrition Assistance Program, meglio conosciuto come Snap. A partire dalla prossima settimana, oltre 40 milioni di cittadini rischiano di restare senza sussidio alimentare, una misura che per milioni di famiglie rappresenta la differenza tra riuscire a mettere il cibo in tavola o no.
L’annuncio è arrivato dal Dipartimento dell’Agricoltura (USDA), che ha puntato il dito contro la stasi politica a Washington e in particolare contro le divisioni interne al Congresso, accusando i democratici di aver contribuito alla paralisi che ha portato al blocco del finanziamento. Lo shutdown, di fatto, congela gran parte delle attività amministrative e sospende i fondi destinati a programmi sociali e di assistenza, tra cui lo Snap, che da decenni rappresenta un pilastro della rete di sicurezza americana.
Il programma, utilizzato da un americano su otto, fornisce ogni mese un contributo economico per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità. In media, una famiglia di quattro persone riceve circa 715 dollari al mese, l’equivalente di poco meno di sei dollari al giorno per individuo. Una cifra modesta ma essenziale, soprattutto in un contesto di inflazione alimentare ancora elevata e di crescenti disuguaglianze economiche.
La sospensione dei fondi federali rischia di colpire in modo particolare i nuclei più vulnerabili: famiglie monoparentali, anziani, disoccupati e lavoratori con redditi troppo bassi per far fronte al costo della vita. Per molti beneficiari, lo Snap rappresenta l’unica forma stabile di sostegno, un argine contro l’insicurezza alimentare che negli ultimi anni ha toccato livelli record.
Alcuni Stati, tra cui California, New York e Illinois, hanno già annunciato piani di emergenza per tentare di coprire temporaneamente gli ammanchi con risorse proprie. Tuttavia, il governo federale ha chiarito che eventuali anticipazioni non saranno rimborsate, lasciando alle amministrazioni locali la piena responsabilità delle misure compensative. Una prospettiva che rischia di accentuare le disuguaglianze territoriali tra Stati più solidi dal punto di vista finanziario e quelli con bilanci già in difficoltà.
Il blocco dello Snap non è solo una questione di assistenza sociale, ma anche un problema economico. Il programma, infatti, muove ogni anno decine di miliardi di dollari in consumi, sostenendo la domanda interna e contribuendo indirettamente alla stabilità del sistema distributivo e agroalimentare. La sua interruzione improvvisa avrebbe effetti a catena su supermercati, fornitori e produttori, in particolare nelle aree rurali e nei distretti a basso reddito.
Secondo gli analisti, la crisi dei sussidi alimentari mette in luce l’impatto concreto dello shutdown sulla vita quotidiana dei cittadini americani, al di là delle dispute politiche a Washington. Se il blocco dovesse protrarsi, milioni di persone potrebbero ritrovarsi senza risorse per l’acquisto di beni essenziali, aggravando un quadro sociale già segnato da tensioni e precarietà.
Il Dipartimento dell’Agricoltura ha lanciato un appello urgente al Congresso affinché venga trovato un accordo per sbloccare i fondi e garantire la continuità del programma. Ma al momento, lo stallo politico sembra destinato a prolungarsi, con i repubblicani e i democratici divisi su tagli di spesa e priorità di bilancio.
Nel frattempo, milioni di famiglie restano in attesa, sospese tra la speranza di una soluzione e la paura di dover affrontare il prossimo mese senza il sostegno che da anni rappresenta una certezza nel loro bilancio domestico. Un nuovo capitolo dello shutdown americano che, ancora una volta, mostra come le crisi politiche di Washington si traducano in emergenze sociali per l’America più fragile.
