2 Dicembre 2025, martedì
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Matteo Salvini a Forza Italia: “Basta con i ritardi sulle nomine dei porti, la pazienza è finita”

Nomine bloccate, scontro in maggioranza: Matteo Salvini punta il dito contro Forza Italia e mette in chiaro i tempi della politica portuale.

In un momento in cui la parola “stallo” sembra ormai una costante della politica italiana, Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti, decide di uscire allo scoperto con una bordata niente affatto velata a Forza Italia, colpevole, secondo lui, di aver messo il freno a un dossier delicato quanto strategico: le nomine dei presidenti delle autorità portuali.

Il tema, apparentemente tecnico, si rivela invece un campo di battaglia politico, dove ogni mossa pesa e ogni ritardo si fa sentire. Salvini non le manda a dire e si presenta come colui che, finalmente, potrebbe sbloccare una situazione che dura da mesi. “Abbiamo sedici autorità portuali – ricorda – e stiamo lavorando a una legge che riformerà la governance di questi enti. Il problema è che molte nomine sono ferme in commissione al Senato, bloccate da mesi per una scelta politica di uno dei partiti della maggioranza, che non sono né io né il presidente del Consiglio”.

Un’affermazione che suona come un’ammissione ma anche un richiamo a fare chiarezza: da parte di chi, dentro la maggioranza, si sta mettendo di traverso? La risposta di Salvini arriva con una punta di ironia tagliente quando, leggendo quanto riportato dal Gazzettino, respinge al mittente le accuse di un presunto scontro tra Lega e Fratelli d’Italia: “Leggo che le nomine sono ferme per dissidi tra noi e Fratelli d’Italia. Ehm… oggi quelle nomine le faccio io”.

Insomma, niente lotte interne da parte della Lega, che anzi si propone come artefice di una soluzione imminente. E se l’opposizione può permettersi di alzare la voce, essere disturbati da chi dovrebbe invece camminare nella stessa direzione – cioè la maggioranza – è decisamente un’altra storia. “Essere attaccati dalle opposizioni ci sta, ma essere infastiditi da chi non è all’opposizione ci sta di meno. E siccome la pazienza ha un termine, il mio si è esaurito”, chiosa il ministro con un tono che lascia poco spazio a interpretazioni.

Il quadro che emerge è quello di una maggioranza che si sgretola non tanto all’esterno, quanto dall’interno, con Forza Italia nel ruolo di grillo parlante che, secondo Salvini, rallenta procedure chiave. Un contesto in cui le nomine, altrimenti routine amministrativa, assumono un valore politico strategico: garantire la guida delle autorità portuali significa avere voce in capitolo su una delle infrastrutture più importanti per l’economia italiana.

La riforma della governance, dunque, non è soltanto una questione tecnica, ma un passaggio fondamentale per la gestione e lo sviluppo dei porti, nodi cruciali per la logistica e il commercio nazionale e internazionale. E il ministro trasporti, oltre a sottolineare l’urgenza di sbloccare la situazione, mette le mani avanti, lasciando intendere che la pazienza è finita e che presto prenderà in mano personalmente le redini della questione.

Lo scontro interno alla maggioranza rischia quindi di allungare i tempi, ma Salvini sembra deciso a non farsi mettere i piedi in testa. Un messaggio chiaro a Forza Italia: o si procede spediti o sarà lui a decidere come muoversi, senza più perdere tempo dietro a malumori o strategie di palazzo.

In una stagione politica dove l’efficienza sembra un lusso raro, la partita delle nomine ai porti diventa uno specchio delle dinamiche e delle tensioni che attraversano il governo. Il vento del ministro dei Trasporti, però, soffia con forza, e promette di trasformare finalmente le parole in fatti concreti.

Sarà interessante vedere chi, tra le correnti interne di una coalizione sempre più composita, riuscirà a imporsi sul ritmo di un dossier che, a forza di rallentamenti, rischiava di arenarsi definitivamente. Ma per Salvini la linea è netta: la politica non deve essere un fastidio, specialmente quando si parla di porti, e la pazienza – quella sì – è proprio finita.

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