3 Dicembre 2025, mercoledì
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Oms: “Il caldo uccide. Gli eventi meteo estremi sono un’emergenza sanitaria in Europa”

In una lettera aperta ai governi, la Commissione paneuropea per il clima e la salute dell’Oms lancia l’allarme: “Ondate di calore sempre più intense e mortali. In vent’anni oltre 100mila decessi. Servono azioni urgenti contro la crisi climatica”

Non è più solo una questione di ambiente. Il clima che cambia, oggi, è anche una minaccia diretta alla salute pubblica.
A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità: gli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti e intensi nel continente europeo, devono essere considerati a tutti gli effetti un’emergenza sanitaria.

Un grido d’allarme contenuto in una lettera aperta ai governi dei Paesi membri della Regione europea, firmata dalla Commissione paneuropea per il clima e la salute dell’Oms, che chiede con forza un cambio di passo nelle politiche climatiche e sanitarie.

Il caldo come killer silenzioso

L’Europa sta vivendo un’epoca di ondate di calore da record, con temperature che superano i 40 gradi anche in aree del continente tradizionalmente miti. Ma non si tratta solo di disagio o di emergenze estive temporanee:

“La mortalità legata al caldo – avverte l’Oms – è aumentata del 30% negli ultimi vent’anni”.

Il bilancio, nero e sottovalutato, conta oltre 100.000 decessi legati al caldo estremo solo negli ultimi due decenni. Un numero che, secondo le proiezioni dell’Oms, è destinato a crescere nei prossimi anni se non verranno adottate misure drastiche e coordinate per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Non solo cambiamento climatico, ma emergenza sanitaria

Il punto centrale della lettera aperta è un ribaltamento di prospettiva: il cambiamento climatico non è più solo una sfida ambientale, ma una crisi sanitaria di primaria importanza.
L’ondata di caldo non uccide in modo spettacolare, ma con costanza, colpendo soprattutto i più fragili:

  • anziani,
  • bambini,
  • persone con patologie croniche,
  • lavoratori esposti alle alte temperature.

L’incremento delle temperature medie comporta inoltre un peggioramento della qualità dell’aria, un aumento delle malattie respiratorie, e la diffusione di vettori di malattie infettive in aree prima non interessate, come zanzare portatrici di virus tropicali.

L’Oms chiede interventi urgenti

La Commissione paneuropea dell’Oms non si limita a lanciare l’allarme, ma chiede azioni precise:

  • piani sanitari nazionali di adattamento climatico,
  • rafforzamento dei sistemi sanitari locali,
  • strategie preventive per le ondate di calore,
  • protezione dei gruppi vulnerabili,
  • investimenti nella formazione del personale sanitario per affrontare i rischi legati al clima.

Tutto questo, sottolinea l’Oms, non può avvenire in modo disgiunto dalle politiche ambientali: sanità e clima devono essere affrontati congiuntamente, perché le conseguenze sanitarie del riscaldamento globale sono già realtà.

Il futuro prossimo: sempre più caldo, sempre più morti

Le proiezioni sono chiare: senza interventi concreti, il bilancio delle vittime continuerà ad aumentare.
Il riscaldamento globale in Europa sta avanzando a una velocità doppia rispetto alla media mondiale. Secondo i dati Oms, ogni grado in più equivale a un aumento proporzionale della mortalità nei periodi di calore estremo.

La prevenzione, dunque, non è più rinviabile. Le ondate di calore estive, sempre più frequenti e prolungate, devono essere trattate con la stessa urgenza riservata a una pandemia o a un’emergenza sanitaria tradizionale.

La salute pubblica al centro della risposta climatica

La Commissione conclude con un appello ai governi: integrare la salute nelle strategie climatiche.
Non si tratta più solo di “salvare il pianeta”, ma di proteggere le persone.
Il cambiamento climatico è già una questione sanitaria. Ignorarlo significa, semplicemente, accettare che ogni estate porti con sé nuove vittime evitabili.

Per l’Oms, è tempo che le politiche climatiche smettano di essere solo ambientali e diventino anche – e soprattutto – sanitarie. Perché il caldo, ormai, uccide. E lo fa ogni giorno un po’ di più.

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