2 Dicembre 2025, martedì
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Tragedia nel Mediterraneo, naufraga barcone al largo di Lampedusa: 87 i sopravvissuti, sei i dispersi

Salvati da un peschereccio tunisino, i migranti raccontano la traversata della speranza: a bordo 23 donne e 10 minori. Una donna è morta, altri risultano ancora in mare.

LAMPEDUSA – Ancora una tragedia del mare nel cuore del Mediterraneo. Un barcone con circa un centinaio di migranti a bordo è affondato nella notte tra il 29 e il 30 giugno a circa 45 miglia nautiche a sud di Lampedusa. A bordo dell’imbarcazione, un relitto metallico di circa 12 metri partito dalla costa tunisina, si trovavano uomini, donne e bambini in fuga da guerre, miseria e instabilità.

A segnalare il naufragio, poco dopo le due del mattino, è stato l’equipaggio di un peschereccio tunisino che ha prestato i primi soccorsi. I pescatori hanno tratto in salvo 87 persone, recuperandole una a una dalle acque prima dell’arrivo di una motovedetta della Guardia Costiera italiana, che ha poi trasbordato i superstiti e li ha condotti a Lampedusa.

Tra i sopravvissuti – provenienti da Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Guinea Conakry, Mali, Senegal e Sudan – ci sono 23 donne e 10 minorenni. Secondo le testimonianze raccolte dopo lo sbarco al molo Favarolo, all’appello mancherebbero almeno cinque o sei persone.

Una donna, presumibilmente sulla trentina, è morta durante la traversata. Il suo corpo è stato recuperato e portato a terra insieme agli altri. I superstiti sono stati trasferiti nell’hotspot di contrada Imbriacola, dove hanno riferito di essere partiti da La Louza, località sulla costa tunisina, pagando ai trafficanti tra i mille e i duemila dinari – l’equivalente di circa 585 euro – per un posto sul barcone della speranza.

L’ennesimo naufragio conferma la drammaticità delle rotte migratorie nel Mediterraneo centrale, la più pericolosa al mondo secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. I soccorsi, in questo caso, sono arrivati grazie all’intervento di civili: pescatori che non hanno voltato lo sguardo, ma hanno scelto di salvare vite.

Indagini sono in corso per verificare l’esatta dinamica dell’incidente e accertare il numero dei dispersi. Ma il bilancio, già pesante, è solo l’ultimo di una lunga serie di naufragi che si consumano nel silenzio delle acque tra Africa ed Europa.

Questa ennesima tragedia mette in luce, in modo ormai inequivocabile, il fallimento dell’attuale governo nel gestire i flussi migratori con efficacia e umanità. La propaganda non basta più: davanti ai corpi in mare e ai numeri che continuano a salire, le parole si svuotano, e resta solo la realtà dei fatti.

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