25 Aprile 2024, giovedì
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Avv. Michele Zuppardi: ”Il condominio, da sempre, è terreno di scontro ”

A cura di Ionela Polinciuc

Tra gli ambienti dove si generano le maggiori controversie c’è sicuramente il condominio. Perché in condominio si litiga? Ebbene, per avere più informazioni al riguardo, abbiamo intervistato l’ Avv. Michele Zuppardi, l’autore del libro: ” Natale in condominio”

”Natale in condominio”: Avv. Zuppardi, come nasce l’idea di scrivere questo libro?

Il condominio, da sempre, è terreno di scontro fra esigenze contrapposte ed assorbe con malsana regolarità le conseguenze di malumori, dispetti, ripicche e liti che l’animo umano sprigiona troppo spesso senza alcun controllo.

Proprio la casa, che è il bene per eccellenza degli italiani, diventa così un problema da gestire piuttosto che una risorsa da valorizzare, e perciò, in nome di regole, diritti e utilità varie, ci si sofferma quasi esclusivamente all’applicazione della norma e alla sua interpretazione.

Fioccano dunque i ragionamenti e le pretese giuridiche, e siamo letteralmente travolti da dottrina e pronunce giurisdizionali che amplificano i contorni di un contenzioso abnorme, spesso ingiustificato e provocato da mere ragioni di principio piuttosto che di sostanza.

“Natale in condominio”, lavoro realizzato a quattro mani con la collega Sabina Vuolo, rappresenta dunque un momento di riflessione, favorito dall’atmosfera della Festa, che abbiamo voluto proporre con garbo, sentimento e un pizzico di nostalgia per tirar fuori il buono che c’è in noi, sdoganandoci per una volta dalle fredde idee del torto e della ragione e dare spazio all’animo dei lettori.

Quali sono le domande più frequenti dei suoi clienti?

Quando in studio entra un cliente, da sempre, il suo disagio è immediatamente percepibile e ciò – a chi fa il mio mestiere – impone il giusto atteggiamento di accoglienza, confidenza ed empatia finalizzato a “liberare” l’interlocutore dal carico emotivo che condiziona la sua serenità.  

Per rimanere in tema condominiale, c’è chi non sopporta il gocciolare dei panni sciorinati, chi è esasperato dai rumori notturni provenienti dall’appartamento soprastante, chi si ribella agli odori del ristorante posto al piano strada e chi osteggia i ragazzi che giocano a palla sul piazzale.

Tutte questioni riconducibili al buon gusto, all’educazione e alla civile convivenza, difficilmente gestibili nelle aule di giustizia per le loro intrinseche caratteristiche legate alla soggettività ed alla percezione personale che ogni “cliente” spesso tende a drammatizzare, alimentando così pericolosi focolai di insofferenze, risentimenti e intolleranze.

Esistono indubbiamente fattispecie giuridiche più complesse e degne di  reale attenzione, ma credo che la pacifica convivenza condominiale, soprattutto in relazione a fatti comportamentali come quelli citati,  debba anzitutto consistere in un atteggiamento mentale diverso, più accomodante e meno rissoso, che anche noi avvocati dovremmo favorire.

Il messaggio che vuole trasmettere attraverso questo libro?

Un messaggio di serenità e di impegno alla condivisione della vita che scorre nei palazzi, come accadeva un tempo, nel rispetto delle diverse fasce generazionali e quindi delle diverse esigenze dei residenti, in funzione degli obiettivi, delle risorse, delle ansie e delle gioie che ognuno di noi porta ogni giorno con sé.

Accompagnare la nonna fino all’uscio di casa togliendole dalle dita il carico della spesa, scrivere “benvenuti” alla nuova famiglia che sta terminando il trasloco per insediarsi nell’appartamento di fronte, preparare un caffè agli operai che stanno ristrutturando l’androne condominiale.

Cose piccole, cose facili, cose a costo zero, che davvero possono fare la differenza e rendere vera ogni relazione umana, nell’intento di generare distensione e gradevolezza per annientare l’indifferenza e la solitudine presenti intorno a noi,  approfittando proprio della favorevole condizione dello spirito offerta dal Natale.

Ecco perché questo libro, desiderato e realizzato da due avvocati che vogliono mostrare quanto il mondo del diritto e della giustizia, senza l’operosità e senza il calore del sentimento umano, restino solo dettami freddi e prescrizioni da osservare senza favorire la reale evoluzione della persona.

Progetti attuali e futuri?

Entrare negli spazi più intimi dell’uomo, osservarne gli aspetti più nascosti, comprenderne le logiche,  le motivazioni e le aspettative, studiarne la provenienza ed attualizzarla nella società di oggi, giustificarne l’essenza ed indicarne, attraverso critica costruttiva,  il rapporto con luoghi, contesti e territori.

Faccio il giornalista dal 1985 e l’avvocato dal 1994, e sento il bisogno di riepilogare i fatti e i sentimenti che ho studiato, e vissuto,  per approfondire i cambiamenti della vita che ho trascorso e trarne auspici e prospettive, concedendo spazio al bisogno di sapere, di proporre e di sperare,  mettendo ancor più a frutto l’esperienza accumulata negli anni.

E mi piace partire proprio dal condominio, “microcosmo sociale in profonda trasformazione”, come direbbe la mia coautrice Sabina Vuolo, che invece – e purtroppo – continua ad essere impietosamente ingabbiato nella definizione di “ente di gestione” senza tener conto dell’anima di chi ci abita.

La prospettiva, dunque, è scrivere ancora, puntando a percepire gli edifici – e gli appartamenti in essi allocati – quale sempre più attento osservatore  di un divenire reale, quotidiano, multiforme, con l’intento di raccontarne la vera essenza, quella umana,  finalmente fuori da ogni glaciale resoconto “copia e incolla” di sentenze e provvedimenti giudiziari.      

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