Il Santuario dell’Immacolata , venerdì 16 giugno, accoglie il più grande musicista e compositore italiano di tutti i tempi: il Maestro Stelvio Cipriani. Un uomo semplice, una persona umile nonostante la sua maestosità . Compositore di fama internazionale, vanta collaborazioni con i più grandi del cinema mondiale: dal regista Eugenio Martin nel 1966 alla più recente collaborazione,nel 2001, con il regista Mark Roper. Insomma,ne avrebbe tante da raccontare,il Maestro e,tra un brano e l’altro,intrattiene il pubblico con qualche accenno al suo vissuto. Presentato da Gabriele Blair,con eleganza e professionalità,il Maestro ha eseguito alcuni dei brani contenuti nel suo prossimo cd per terminare con la sognante di Anonimo Veneziano: e fu tripudio di emozione e gioia incontenibile da parte dei presenti. Applausi anche per la direttrice artistica dello Spoleto Art Festival To Napoli,il soprano Tania Di Giorgio ed il Presidente della manifestazione Prof.Luca Filipponi per il merito di aver organizzato a Napoli un evento culturale,musicale e letterario di gran classe,dal primo all’ultimo giorno. Al termine del concerto,il rinfresco ed un’ intervista con il Maestro che si racconta con passione elencando le tappe fondamentali della sua carriera che lo hanno portato,passo dopo passo, ad avere successo e fama internazionale.
Dunque Maestro,noi tutti conosciamo il compositore di fama mondiale. Ma,io le domando: chi è Stelvio Cipriani?Sono una persona molto semplice. Un uomo che con caparbietà e determinazione ha inseguito il proprio sogno affinché diventasse realtà, ovvero ciò che sono oggi: pianista e compositore di fama internazionale. Non prima e, non senza aver fatto tanti sacrifici: le mie giornate erano impegnatissime, mi dividevo tra gli studi in ragioneria e il pianoforte. Mia madre ci teneva molto affinché diventassi ragioniere e l’ho esaudita. Quando ho iniziato a lavorare poi, come ragioniere, comunque non abbandonai quello che era il mio grande amore: la musica, il pianoforte per me rappresentava qualcosa di eccezionale e ,devo ammettere , sono stato fortunato perché nel realizzare il mio sogno ho avuto la famiglia ad appoggiarmi ed incoraggiarmi: ripeto ,il successo e le conquiste di oggi sono frutto di sacrifici e rinunce, d’altronde è impossibile pensare di poter ottenere il massimo senza sentirsi in dovere di fare il minimo. Ed io ho fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità: ho rinunciato a trascorrere tempo con la mia famiglia e stare fuori per mesi, lavorare giorno e notte quasi senza sosta . Ricordo che per il primo periodo, quando cominciai a suonare, mi “appoggiavo” al pianoforte di una signora tedesca del rione. Poi ,un bel giorno ,mio padre segna quella che sarà la svolta nella mia vita :non una parola e mi accompagna al conservatorio di Santa Cecilia. Provavo tante sensazioni in quel momento ,ma ero felice perché ad un passo dal sogno: supero l’esame d’ammissione e mi ritrovo, a pieno titolo, nel mondo della formazione musicale.
La scalata al successo arriverà molto presto: il giovane Stelvio Cipriani mette su un’orchestrina che funziona, col marchese Gianni Incisa da Camerana alla chitarra e un cantante che rifà Frank Sinatra spiccicato. “Organizziamo serate in un ristorante di Montesacro, dove viene a sentirci un impresario di Firenze. Ci propone un contratto di sei mesi sulle navi da crociera che da New York visitavano i Caraibi. Diecimila lire al giorno. Così mi sono ritrovato tra i grattacieli di Times Square, io che conoscevo solo le case a due piani di Trastevere. Trascorso quel periodo ritorniamo in Italia ,si cominciano a fare i night ma quelli seri:
eravamo I Principi e ci alternavamo con le orchestre di Peppino di Capri e Buscaglione. Avevamo delle belle divise rosse, sbarbati, tirati a lucido. Dopo un po’, però, ciascuno imbocca la sua strada: io vado a lavorare alla Cam, le edizioni musicali di Sorrisi e Canzoni, dove i grandi compositori passano a depositare le opere: Rota, Trovajoli, Umiliani, Ortolani, Piccioni, Morricone, Rustichelli. E’ stato il periodo in cui ho conosciuto Teddy Reno, che organizza il Festival degli Sconosciuti. Una mattina mi chiede di lavorare per lui: diecimila al giorno per selezionare i candidati. Li accompagno al pianoforte e scelgo i migliori. Vado a mensa con Teddy e Ennio Melis dell’Rca e gli dico di questa Pavone Rita da Torino, una ragazzina o meglio uno scricciolo con un vocione grintoso che intonava Ogni volta di Paul Anka.”Non era dotata di una voce eccelsa ma aveva una personalità forte e magnetica. A Reno non convinceva poi tanto ma c’era da scommettere su di lei: “cantava come nessun’altra e-soprattutto- non imita Mina”.
Il Maestro ha tanto da raccontare e non spreca fiato per elencare i momenti salienti della sua carriera:da Teddy Reno a “Tomas Millian,un attore,con cui ho lavorato per qualche giorno con molto profitto,senza perderci in chiacchiere. A lavoro compiuto, Tomas m’interpella: Maestro,Lei ha mai composto un deguello?». Ed io non avevo la minima idea di cosa mi stesse parlando. È il canto di morte dei film western, la musica che accompagna il duello finale. Tomas Millian fu molto pratico: c’è un deguello da scrivere in 24 ore, per un film il cui montaggio sta per finire a Madrid: Bounty Killer di Eugenio Martin. A Stelvio basta una notte: «Finalmente suono la mia musica! La vedo scorrere insieme alle immagini, come quella di Trovajoli. Anche io sono un compositore». Il produttore spagnolo rimane estasiato: «Meraviglioso, maestro! Ma lei quanti film ha fatto?». «Se me lo fa fare, è il primo».
Il primo film si moltiplica per oltre 200, tanti ne ha musicati in una carriera da record, inclusi leggendari titoli di
genere come Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno o Suor Emanuelle, o le pellicole erotiche di Joe D’Amato (Orgasmo Nero, Paradiso Blu, Papaya dei Caraibi) e tante di Umberto Lenzi e Stelvio Massi, maestri del poliziottesco. Fino a quando arriva il grande successo che lo rende famoso al pubblico: con Anonimo Veneziano ,convocato da Enrico Maria Salerno e ,il produttore Turi Vasile non ha alcun dubbio: Stelvio è l’unica scelta giusta. E pensare che quel film,Stelvio Cipriani, non l’aveva ancora visto: ma ad un’artista delle composizioni come lui,basta immaginare qualche scena e con la foto di Florinda Bolkan si reca al piano e accenna il celebre motivo: «Devi sempre rovistare nella tua memoria musicale: qualcosa uscirà”. La colonna sonora dell’omonimo film ha dominato le classifiche di quegli anni per ben 13 mesi. Oggi, però, le cose che ha fatto a cui tiene di più sono la scrittura di musica sacra, le dediche al pontefice, le autorizzazioni di Navarro.
Maestro,mi consenta un’altra domanda: quale consiglio pratico darebbe a chi vuole intraprendere la carriera di compositore? “Sono sincero e vi dico che non ci sono consigli “pratici” da dispensare. Ti spiego. Se un ragazzo decide di diventare avvocato studierà giurisprudenza o,ad esempio,il musicista si diplomerà al conservatorio. Ma ,per il compositore non esistono scuole o insegnamenti. Certo è che non si diventa Cipriani dall’oggi al domani: ho studiato molto nella mia vita e studio tutt’ora. Questa mattina l’ultima volta. Ed io ho la mia età ma,sono ben consapevole,che non si smette mai di imparare: chi si sente arrivato,vi garantisco,non andrà da nessuna parte. La sintonia che si ha con il piano e l’armonia che scaturisce dalle sue stesse note non fa parte di una guida ,non è il frutto di un insegnamento. E’ nel DNA.”
a cura di Maria Parente